Sassano

Si terrà sabato prossimo, alle 17, presso l’aula consiliare del Comune di Sassano la presentazione del libro “Storia in parallelo” di Marco Ambrogi.

Un  libro aperto alla  riflessione,  questo  l’ultimo  lavoro editoriale dell’architetto e giornalista Marco Ambrogi  di Sant’Arsenio, che apre un capitolo di studio e di interesse verso la tematica della storia delle donne nel Vallo di Diano e verso l’indagine della cultura delle Pari Opportunità nel territorio. Un volume, stampato con il contributo dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Salerno, che analizza, attraverso una sintesi storico-cronologica, le figure ed i momenti salienti della storia valdianese, soffermandosi soprattutto su quegli episodi “in positivo” che studiati e conosciuti a fondo, possono costituire una rapida ed eloquente riflessione per esaminare l’argomento delle Pari Opportunità odierno e fungere da esempio alla donne del nostro territorio. L’aspetto da sottolineare è che   nell’analisi   dello   scritto   si   evidenzia   come   nelle   figure   salienti   della   storia   locale,   siano   esse   positive (monache, poetesse, ecc.) o negative (streghe, brigantesse, ecc.), risalti l’espressione che le stesse hanno dato attraverso la loro determinazione e la forza d’animo del loro agire; per cui se le donne lucane e romane hanno definito il sostrato della nostra cultura contadina (anche odierna), con l’esaltazione del focolare domestico e della famiglia, gli episodi di stregoneria del XVII secolo mostrano una doppia identità storico-antropologica: la credenza di azioni  malvagie e il fine di ottenere, attraverso la pratica stregonesca, un’esistenza meno sofferta rispetto al generale   clima   di   penuria   che   regnava   in   quel   periodo.   Il   volume   è   diviso   in   cinque   capitoli,   dedicati rispettivamente alla cultura lucana e romana del Vallo di Diano, al Medioevo (con l’analisi della vita dei monasteri e della società civile), all’età moderna e contemporanea (stregoneria, brigantaggio al femminile, figure di beate e di  eroine);  gli  ultimi  due capitoli  condensano due aspetti   fondamentali  della cultura delle Pari  Opportunità: il Novecento con le lotte per il diritto di voto universale ed il voto del 1946 aperto anche alle donne e una ricerca degli alunni della Scuola Media di Sant’Arsenio sulla cultura paritaria attuale nel paese ed in quello contermine di San Pietro al Tanagro. Da una scorsa superficiale al volume risaltano le doti delle monache cistercensi di Sala Consilina, che nel secolo XIV riuscirono a bonificare e colonizzare uno dei casali di Sala antica, riprendendo e diffondendo il culto a San Michele Arcangelo; mentre colpisce la figura di Maria De Cardona, marchesa del feudo di Padula nel Cinquecento, che fu una delle personalità di spicco del Rinascimento meridionale, esaltata e tenuta in grande considerazione da poeti e letterati dell’epoca. La feudataria di Padula, parente con la celebre Isabella Morra di  Valsinni,  visse  tra  i   feudi  di  Avellino e Padula e  la corte estense,  per  via del  suo matrimonio con Francesco, figlio di Lucrezia Borgia. A Padula la donna viene ancora riconosciuta tradizionalmente in un’antica scultura,  denominata  “principessa  del   castello”.   In età moderna  e  contemporanea  le  Clarisse di  Polla e  le Benedettine di Teggiano (con l’eloquente figura della venerabile suor Giuditta Celio) formarono intere generazioni di fanciulle ed educande, mentre nella storia civile, eroine quali Teresa Santopietro, moglie del capo repubblicano Nicola Cestari di Montesano, segnarono in positivo le vicende cronologiche al femminile del Vallo di Diano. I due ultimi capitoli ripercorrono le vicende della lotta per le Pari Opportunità, di cui il voto del 1946 fu l’episodio principe di   avvio   alle   contemporanee   battaglie   per   la   difesa   dell’uguaglianza   e   della   parità.   L’autore,   con   spirito   di ricercatore e di  attento  indagatore,   riesce a definire un quadro sintetico e completo della storia  “in parallelo” rispetto a quella degli  uomini, traendo anche dalle  figure poco  rappresentative del  nobile spirito muliebre, il significato delle loro gesta. Un “sassolino nello stagno”, lanciato da un uomo, è un invito alle donne del nostro territorio a indagare innanzitutto le vicende della storia e del presente, così da trarne la forza e l’emulazione per continuare a battersi in difesa dell’uguaglianza e della parità, il cui significato, purtroppo, è ancora sconosciuto a molte lavoratrici e casalinghe del Vallo di Diano.

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