Roscigno

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Quando si parla del borgo vecchio di Roscigno Vecchia l’imperativo è recuperare. Si tratta di una necessità imperante per evitare che con il decadimento delle mura antiche della cosiddetta Pompei del ‘900 crolli anche una parte dell’identità culturale del paese. A richiedere l’attenzione maggiore in questo momento è la chiesa di San Nicola, che domina piazza Nicotera con la sua imponenza, ma che rischia di essere abbandonata al degrado se non si fa in fretta, e se non si dà avvio ai lavori finanziati anni fa ma mai iniziati. Costruita intorno al 1770 sui resti di una precedente chiesa demolita per una frana, la chiesa di San Nicola è chiusa da oltre 40 anni, nonostante i lavori di ristrutturazione iniziati negli anni ’80 e mai terminati. Qualche anno fa la notizia dell’arrivo di fondi per il restauro; poi l’ennesimo blocco, che il sindaco Armando Mazzei intende superare. 

“C’è bisogno di un intervento urgente – dice – c’è bisogno delle istituzioni in quanto un piccolo comune non ce la può fare da solo. Non ci possono lasciare soli a recuperare questo borgo e questa chiesa”. “Abbiamo avuto dei finanziamenti  – prosegue, poi ammette “poi c’è stata l’incapacità di progettare, ci sono stati dei dissapori tra la chiesa ed altre istituzioni e, nel corso dei lavori che erano appena iniziati, c’è stato qualche intoppo”. Ora il comune intende sollecitare la regione per ottenere, se possibile, ulteriori finanziamenti, oltre a quelli già stanziati, per far sì che il borgo riviva e fare in modo che intorno alla chiesa si possano intraprendere iniziative economiche”. Ed è d’accordo con il sindaco il parroco, don Nicola Coiro, secondo il quale occorre sensibilizzare le istituzioni e i cittadini per cercare di aprire al pubblico la chiesa, che per molti rappresenta un ricordo, un punto da cui partire per ricostruire il legame con il passato. 

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