Dom. Ott 13th, 2024

Ugo Martino, è nato a Montesano sulla Marcellana in provincia di Salerno. Artista emergente nel panorama dell’arte contemporanea, si è diplomato al Liceo Artistico di Eboli. Ha esposto in molte città italiane e in

Germania, dove è stato definito un artefice dal pensiero mistico e  caleidoscopico. I suoi dipinti fantastici di oggi sono ispirati da una  miscela metafisica, matematica e poetica. Un pittore eclettico, senza dubbio, una mente estremamente interessante del nostro tempo. Le sue opere si trovano in Musei, Gallerie d’arte, Pinacoteche e in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero.  È presente su riviste, periodici d’arte e antologie. Hanno parlato di lui noti critici.

 

Il padre di Ugo Martino era un abile intagliatore, intarsiatore ed ebanista che gli ha trasmesso l’amore per l’arte. <<Io ero un ragazzino e lo guardavo per ore mentre con maestria intagliava il legno con sgorbie e scalpelli>> ci confida l’artista campano. Poi prosegue: <<Nel paese, Montesano sulla Marcellana in provincia di Salerno, dove sono nato e vivo, si possono ammirare i suoi portoni e i magnifici confessionali di noce e palissandro della Cattedrale di S. Anna. Mio padre aveva dentro di sé il genio dell’estetica e della forma artistica che ho ereditato. Da mia madre, invece deriva il mio amore per la poesia, era lei a leggere a noi figli le opere dei grandi letterati. DanteLeopardiDe Amicis. Oggi, è con l’arte che rendo visibili i loro insegnamenti e il loro pensiero…>>. Ugo Martino, che si  è diplomato presso il liceo artistico di Eboli, ha esposto in molte città italiane; le sue opere si trovano in gallerie d’arte e pinacoteche e in collezioni pubbliche e private, sia in Italia che all’estero. E’ presente su riviste, periodici d’arte e antologie; hanno scritto di lui noti critici. Egli è un poeta del colore, oltre che esserlo con versi emotivi; è però il pittore, che qui voglio mettere in luce, con  la sua tessitura combinata di forme e segni raffigurati in molteplici prospettive. Lo sguardo dell’osservatore è subito affascinato dalla svariata gamma di suggestioni cromatiche che sollecitano emozioni e si rallegra in quegli scenari sospesi in una solennità di atmosfere intricate e misteriose. Il tutto creato, con maestria e perizia tecnica sicura e incisiva, dall’ispirazione e dalla fantasia dell’artista. In altri lavori, egli propone alcune visioni metafisiche e surreali  della natura, o di città e paesaggi astratti in dinamismi a volte  lineari a volte sinuosi, che possono apparire quali simboli di una società, che si  sublima nei colori energetici del cosmo. Ed è appunto il colore, come lui sostiene, a diventare parte integrante della sua vita, che gli fa <<riempire i vuoti e i balzi che la ruota crea, nei momenti in cui qualcosa di incerto e vanificante si forma durante l’esistenza>>. Non è diventato, tuttavia, pittore per un’improvvisa illuminazione, ma <<perché esiste il colore e la sua scala cromatica, la sua gradazione di toni e le relative contrapposizioni contrastanti. Le opinioni, le sensazioni, le intensità di pensieri, gli stati d’animo che ci pervengono da un impercettibile e invisibile filo guida, si possono rendere tangibili con l’immenso cromatismo del colore. Con esso ci si libera da ogni preconcetto e credenza filosofica, ci si libera da qualsiasi formalismo in cui l’uomo si è inconsapevolmente imbrigliato>>.

Perciò, è stato il colore ad ispirarti?

<<Certo. La cromia è parte integrante della mia vita. Con i colori, nelle varie tonalità e gradazioni, voglio suscitare sentimenti e suggestioni in chi le osserva>>.

Quando hai iniziato a dipingere.

<< Ho iniziato a disegnare sfogliando i libri alle scuole elem entari di via Borgo; disegnavo le immagini che più destavano in me curiosità e interesse, mi veniva spontaneo, mi piaceva. Ricordo di aver disegnato la copertina del libro “Cuore” di De Amicis, era l’immagine di un ragazzo appollaiato su un albero: “La piccola vedetta lombarda”. Per quanto riguarda lo studio della figura umana, le leggi della proporzione e la prospettiva, senz’altro sono state fondamentali, le ore trascorse ai cavalletti del Liceo Artistico>>.

A proposito,  cosa ricordi dei primi anni?

<<A parte i ricordi giovanili, di cui ti ho accennato prima, mio padre era falegname da ragazzo andò a bottega per acquisire il mestiere. Aveva fatto la guerra, vivendo anni duri e pieni di privazioni, ma con nel cuore tante speranze, una di quelle è stata l’arte. Nei primi anni Sessanta fu costretto a emigrare in Germania per mancanza di lavoro. Quando partiva io restavo triste con una grande malinconia e nostalgia. Pensavo a quando trascinava a stento, di stazione in stazione, la sua grande valigia, piena di foto e di povere cose. Così ho vissuto l’infanzia lontano da mio padre e con tante rinunce. In questo ambiente è maturato il mio pensiero esistenziale e artistico; ho sentito intensamente il bisogno di fermare sulle tele e sui fogli ciò che sentivo nell’anima e a ttraverso l’arte ho cercato di renderlo visibile. Sensazioni e pensieri filosofici che in altro modo non si potrebbero spiegare. Quando dipingo spesso penso a mio padre e mia madre, alle loro parole, ai loro insegnamenti. La mia esistenza ha anche un filo conduttore con Dio: il miracolo della natura, il concetto di uomo-universo, sono cose straordinarie. La pittura mi ha dato la possibilità di rendere visibile a molti quei concetti celati nei meandri dell’anima. L’artista è un filtro che sublima concetti astratti, in opere visibili e lo fa servendosi della tecnica>>.

Ugo, crescendo, guardava ogni immagine pittorica, osservandola attentamente e immedesimandosi profondamente nell’esecutore dell’opera, cercava di capire perché e come era riuscito a crearla. Poi ha iniziato a dipingere, come lui stesso afferma: <<cercando di mettere in evidenza l’essenza dell’anima, dell’uomo nel contesto socio-universale; allora il punto di riferimento della mia arte era l’espressionismo, GrossMunch. Mi piacciono quasi tutte le forme di arte, ammiro molti maestri: da Giotto a Leonardo, da  Boccioni a Klee, da Caravaggio a Rubens, da Bernini a Canova, da  De Kooning a Rosenquist, da Mirò a Basquiat. Dopo varie ricerche ed esperienze pittoriche e coloristiche, con gli anni ho acquisito uno stile abbastanza personale e originale che secondo me racchiude tante correnti artistiche, dall’espressionismo al cubismo, dal surrealismo alla metafisica. Amo tutte le forme artistiche, dai graffiti rupestri ai disegni dei bambini>>.

A tale propos ito: fa parte di una commissione Artistico-Letteraria per la valutazione di disegni e poesie eseguite dai bambini per l’assegnazione di un  Premio istituito dalla Dottoressa Antonietta Cantillo, Dirigente Scolastico della Scuola Statale di Montesano Sulla Marcellana, di cui riportiamo in calce un attento ed esaustivo giudizio.

La pittura di Martino racconta l’essenzialità dell’uomo, il  valore intrinseco della sua esistenza, della sua presenza nell’infinito universo. La  definisce un messaggio rivolto a tutti. E’, quindi, la condizione dell’uomo e il suo universo esistenziale il fulcro principale intorno al quale si muove l’arte di Martino: <<Perché è l’uomo>> dice, <<con la propria teoria filosofica che gestisce il suo spazio. La mia ricerca è inconclusa, per le infinite cose che si potrebbero dire e fare e che ci sfuggono a causa del trascorrere inesorabile del tempo>>.

Racconta come dipingi, gli chiedo.

<<Le mie opere nascono da un idea che disegno sui fogli e che poi elaboro e amplifico sulla tela, uso principalmente i colori a olio che sento più caldi, più vibranti, più adatti a trasmettere le sensazioni più delicate. I tempi per realizzare un’opera  sono lunghi, in quanto la mia pittura si basa sulla ricerca delle tonalità e del cromatismo. E’ il colore a dare e trasmettere sensazioni. Le ispirazioni derivano sempre dalla presenza dell’uomo nel mondo>>.

Il suo primo periodo pittorico è legato all’espressionismo, infatti, come lui conferma, questa corrente pittorica  ha rappresentato maggiormente e più incisivamente  l’uomo e i suoi problemi esistenziali, le sue ambizioni nel contesto della vita. Nel periodo successivo ha colto ispirazione dal graffitismo metropolitano, dai disegni dei bambini che ammira per la loro innocenza e disinibizione, con i quali trasmettono un messaggio limpido del proprio Io. Si è sempre mantenuto il più possibile fuori dagli schemi precostituiti, dalle direzioni imposte dai programmi e dalle mode. Sostiene che <<…bisogna essere originali pur guardando e pensando ad altri artisti; anzi, bisogna essere a conoscenza di ciò che gli altri hanno proposto e propongono, ma è estremamente importante mantenersi in un proprio schema e seguire sempre la propria direzione. L’artista deve essere un ricercatore prima di se stesso e poi dell’essenza della vita, donarsi, quindi, con la propria opera e renderla visibile a favore dell’universo>>.

Ricorda con piacere, ripensando alla sua prima mostra, che fu menzionato da un noto critico d’arte sul quotidiano Il mattino di Napoli (ne conserva ancora il ritaglio del giornale); era l’anno 1971. Mentre nel 1975 vinse il suo primo concorso di poesia e fu premiato dall’allora Sindaco di Roma, in Campidoglio.

Però, essere artista dove vivi tu era ed è tuttora difficile.

<<In un piccolo paese del Sud, come il mio, lontano dalle grandi città,  dove maggiormente si possono avere riscontri, scambio di opinioni e di idee, non è semplice, a volte si ha un forte senso di vuoto di isolazionismo, ci si sente invasi da quel male ansioso che è l’attesa. Attesa di un sogno, di uno spazio illuminante che possa farti sentire portatore del tuo messaggio. Spesso si è presi da un profondo solipsismo. Ammiro molto le opere di KleeDe KooningRosenquistBasquiat. E’ appagante la magica   condizione che si è creata fra me e il colore, fra i miei occhi e il supporto destinato all’opera. Mi sento bene sapendo che esiste il colore. In ultima analisi, voglio dire che i piccoli uomini sono da sempre costretti a vivere sotto l’incessante pressione esercitata dai forti e questa situazione dai tempi delle piramidi, ancora non è mutata>>.

E’ la moglie, Tina, anche lei del Sud, la prima che ammira da sempre le sue opere e le sue poesie. Il suo giudizio è determinante. E’ lei a spronarlo, affinché realizzi il suo sogno: organizzare una mostra  antologica e pubblicare un’antologia di tutte le sue opere, disegni, schizzi, scritti, poesie.

<<A proposito di poesia>> conclude, <<essa è un attributo della mia pittura, con la poesia cerco di evidenziare la problematica dell’uomo, il suo status nel contesto sociale. I miei poeti preferiti, sono: MajakovskijRimbaudPrevert. Fare arte significa elaborare idee e opinioni chiuse nei meandri dell’anima>>.

Oggi, Ugo Martino sembra cogliere l’anima di ciò che ci sta attorno e la trasfonde sulle tele traducendone il colore-luce con campiture limpide e trasparenti, dalle tracce dinamiche e lascia trasparire un romanticismo sognante, sintesi di un incontro o unione tra tradizione e sintesi del moderno. Spesso le sue opere – ispirate da un connubio metafisico e matematico, astratto e geometrico – nascono unicamente da ragioni interiori, forse anche mistiche o da riflessioni sociali e proprio per questo le osserviamo con emozione, perché sono il tributo a un incanto ormai perduto.

 

L’ OPERA PRESENTATA al PREMIO COMBAT LIVORNO 2013

 

<<Il  “labirinto”, un tracciato inestricabile da cui è difficile a chi vi entra di trovare  l’uscita. Costituito in modo che il suo percorso conduce  inesorabilmente al centro. Solo Icaro si liberò e  fuggì lontano su strapiombi altissimi, volò in cerca del sole su orizzonti senza fine nell’azzurro cobalto del cielo. A destra dell’opera, come un miraggio, appare un profilo di donna in cerca della sua dimensione nell’incognita di infinite direzioni, in cui, come in un miraggio si intravede  un paesaggio surreale dove l’uomo è soggetto e oggetto della propria esistenza. Vive il suo status, la sua condizione esistenziale rincorrendo se stess

senza mai raggiungersi. Tutto vibra nel caleidoscopio di infinite gradazioni e tonalità di colori>>.

 

 

UN GIUDIZIO CRITICO di ANTONIETTA CANTILLO- 2011

<<Il M.°  Ugo Martino è artista colto e delicato di comprovata professionalità in cui, il gioco sapiente del colore dà vita alla profondità delle idee attraverso la rappresentatività delle opere di rara ed elegante  capacità interpretativa del reale e dell’immaginario. Il gusto raffinato ed esperto della ricerca che, dal classico conduce, per anfrattuosa articolazione tecnica e culturale, alle sponde dell’arte contemporanea, consente alle opere del M.o di proporsi egregiamente  al panorama artistico che indubbiamente arricchiscono per la loro sorprendente originalità a cui è sottesa l’energia evocativa delle forme ove il colore plasma e modella plasticamente la trama culturale della tela quale sintesi del virtuosismo espressivo dell’Autore e la indiscussa capacità pittorica. Talento e rigore stilistico, ricerca espressiva ed uso sapiente delle tecniche, classicità e postmodernità nelle forme più squisitamente connotative  della contemporaneità, trovano, sorprendentemente, nelle opere di Ugo Martino cittadinanza artistico-culturrale in una trama sempre equilibrata di righe, geometrie, ritmi sincopati in cui il pensiero si frange nei rivoli della ricerca pittorica e ne rappresenta l’estroflessione più ariosa per riferimenti  alti di tensione trascendente. Diffuso,  nell’opera del M.o Martino è, infatti, un forte senso di eterno con una propria vettorialità a cui l’uomo, anche quello contemporaneo, fratto e complexus della postmodernità, ama rapportarsi per sfuggire alla capziosità della quotidianità intrisa delle sue spire routinarie.  I colori divengono modalità figurative di infinito e si tingono della forza evocativa delle idee a cui il silenzio della pittura dona  voce  penetrando gli aspetti  più sofferti ed interrogativi  dell’anima umana>>…

 

… l’arte del M° Martino, per la sua peculiarità, lo è con discrezione e finezza culturali uniche. Si avverte palpabile, nelle  trasparenze dello sfondo, la rappresentazione dell’elemento cardine del quadro,  la forza intrinseca dell’Essere nella sua visione dell’unitarietà e del molteplice quasi a declinare, con l’uso della tavolozza,  un sofferto spirito eracliteo.

Nel cogliere, anche in questo quadro del Martino, il “punto zen” ove ha origine e fine il trascendente, si perviene al fulcro immaginario da cui i blu cobalto e le loro trasparenze lasciano che lo  spettatore individui, quell‘ipotetica “via di fuga” percorsa dai cilindretti multicolori quali schegge ordinate di energia evocativi, gli stessi, di  un più elegante e poliedrico  caleidoscopio capace di generare altre forme dense di quella forza  primigenia e prorompente che pervade il quadro. Con  questa opera, si può affermare che il pennello sapiente dell’Artista ha percorso un’altra  tappa evolutiva della sua ricerca figurativo-espressiva. Nella preziosità tecnica, a cui  perviene e di cui la conquista della tridimensionalità, leggera e magicamente coinvolgente, l’opera rappresenta una tessera costitutiva, l’Autore, con educata ma elegante determinazione, sfiora il pensiero dell’eterno divenire in un’ armoniosa sinfonia di colori. La tela ha una sua luce propria resa ancor più diafana dal sapiente equilibrio delle trasparenze, delle sfumature e dei contrasti e l’insieme lascia pensare agli orizzonti irenici ove tutto è ordine e compostezza in un tripudio di luminosità irradiante gioia e senso diffuso di benessere  come in un “crescendo” mozartiano. Uomo e Dio, l’Uno e il molteplice si incontrano. È il momento sublime  della vita, del suo senso. È Dio, la luce dalla luminosità diffusa presenza costante  nelle tele del M° Ugo Martino, uomo ed artista  capace di esplorare l’ultrasensibile con le  emozionalità suggestive del pensiero orante.

 

                                     Giuseppe Possa – critico d’arte- Milano

 

 

 

I PIU’ IMPORTANTI RICONOSCIMENTI

Premio di Poesia- Campidoglio ROMA 1975

Membro Centro Studi Cultura Arte e Pubblicità SALERNO 1985-

Premio Aspera Poeti Emergenti Italiani- Città di MILANO 1986-1989-

Nuovi Autori MILANO 1995-

“Omaggio a Ugo Martino”  di Giampiero Becherelli

(Attore della Compagnia di Giorgio STREHLER )  –FIRENZE 1997-

Socio Fondatore e Onorario di “Cecina Arte“ 2001-

Socio Fondatore “Artisti della Nuova Lucania” 2003-

Vincitore a Pertosa (SA) Selezione partecipazione alla Biennale Internazionale di Arte Contemporanea di Roma 2012—

HANNO SCRITTO DI LUI: Antonietta Cantillo, Vania Partilora, Giuseppe Possa, Barberi Squarotti, Gianni Pre,  Zambelli, Marchetti, Lombardi, Mazzanti, Becherelli, Pozzolini, Calabrese, Lagreca, Raggini, Colombo, Puviani, Massarelli ed altri.

BIBLIOGRAFIA:Il Tirreno (LI)- La Gazzetta di Cesena- Alternativa di Cesena-ROMA– Il Mattino (NA)- Il Pungolo Verde (CB)- Rinascita Letteraria (SA)- Quadri e Sculture Roma- Alla Bottega (MI)- Contro Corrente– Milano- Arte Oggi (RA)- Master Magazine (FE)- Il Carlino di Cesena- Agire (SA)- Cecina Arte (LI)- Città Eterna- Roma.– Il Cannocchiale- La scintilla– (MI)- ed altri.

MOSTRE:

Montesano 1971 (collettiva)- Teggiano– Mostra Sacra- 1973 (collettiva)-Teggiano—Mostra Sacra 1977 (collettiva)- Montesano Scalo 1979 (collettiva)- Montesano 1984 (collettiva)- Montesano 1985 (collettiva)- Ischia Porto 1985 (collettiva)- Empoli 1989 (collettiva)- Ferrara 1990 (collettiva)- Cesena 1990 (personale) Empoli 1990 (personale)- Sant’Arsenio 1990 (collettiva)- Sala Consilina Festa dell’Unità 1990 (collettiva)- Expo Arte Verona 1991 (collettiva)- Empoli 1992 (personale)- Sala Consilina 1993 (collettiva)- Prima Fiera Città Vallo (collettiva)- Montelupo Fiorentino 1993 (collettiva)- Firenze 1996 (personale)- Certosa di Padula 1997 (collettiva)- Certosa di Padula 1998 (collettiva)- Stoccarda – VolksBank (Germania) 2001 (personale). Mostra personale Montesano Scalo 2011. Sala Consilina 2011 (collettiva)- Biennale Internazionale di Arte Contemporanea Roma 2012– Premio Aldo Tavella Verona- Selezionato per la mostra dei finalisti Gennaio 2014. Certosa di Padula 2015. Torino Personale 2016. Teggiano Caffè Trezza 2011.

Blog: MARTART

Gall. d’Arte on-line: UmbriaArte- Amelia -Terni –

TouchofArt -Eu–Polonia-

Gigarte: Ugo Martino-

 

 

 

E NULLA E’ 

L’oca sogna di volare su strapiombi altissimi

sull’immenso oceano

da scogliere in lotta con il mare

Nell’infinito va questo e quell’altro sogno

e nulla è

Piatta è la pianura

la strada è immutabile

il sogno è scalfito dal non sogno 

tutto qui è uguale

e nulla è

 

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Di Annavelia Salerno

Giornalista professionista a Radio Alfa, direttore responsabile di Voci dal Cilento, ma prima di tutto mamma, moglie, figlia e sorella

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