Non è tanto un libro dedicato all’emigrazione all’estero degli italiani, la cosiddetta fuga di cervelli altrove, ma "Gli italiani nel mondo", libro di Vittorio Bruno edito da Il grappolo di Antonio Corbisiero è uno strumento per dimostrare ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, la capacità degli italiani di distinguersi positivamente fuori dai confini della propria terra e della propria patria, e soprattutto nel campo della ricerca scientifica.
Questa la trama: il protagonista del romanzo, Nicola, è un emigrante di origini italiane residente da decenni negli Stati Uniti che ha dedicato buona parte della sua vita alla ricerca, tanto da meritare di essere il prescelto dall’associazione "Italiani nel mondo" per tenere una conferenza presso la Mostra d’Oltremare di Napoli. Qui, tra ricordi dell’amata terra natia, il Cilento, e la presenza dei napoletani Geppi e Donatella, Nicola capirà e trasmetterà un messaggio preciso: che religione e scienza possono viaggiare in parallelo "contro la mostruosa tecnologia che sta rovinando il mondo". Nel suo romanzo il salernitano Vittorio Bruno richiama al dovere: "Chi lo adempie non si sente solo in pace con se stesso, ma anche più agguerrito di fronte ai dolori, ai rovesci, alle ingiustizie della vita. Il dovere non tollera eccezioni e stravaganze… Scende in campo e non abbandona l’arena finché la lotta non si conclude. Non importa se a tuo vantaggio o a tuo sfavore. Ciò che conta è come ti sei battuto. Fino a che punto, cioè, hai fatto il tuo dovere. Sarà per il dovere di tanti che l’umanità potrà andare avanti".