Campora – Amicizia con il comune di Fossalta di Piave

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Si è svolto di recente a Campora, presso l’aula consiliare del comune, un incontro tra i rappresentanti dell’amministrazione retta da Pino Vitale ed una delegazione dell’amministrazione  di Fossalta di Piave, in provincia di Venezia, in vista di un Patto di Amicizia tra i due Comuni e le rispettive Comunità e da celebrare in nome del Tenente Andrea Ciardo, natio di Campora, classe 1897 ed eroe della Grande Guerra. Ferito il 23 giugno 1918, durante quella che fu chiamata la Battaglia del Solstizio, mentre guidava il suo esercito contro il nemico proprio a Fossalta di Piave, Ciardo meritò la Medaglia d’Argento al Valor Militare sul campo. Fu anche autore dell’Ode “FOSSALTA” scritta nell’autunno del 1919. Divenne anche cittadino onorario di Fossalta di Piave. Morì a Formia nel 1979. 

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La delegazione veneta era presieduta dal Sindaco Massimo Sensini, dal vicesindaco Gianpietro Zaramella, da Bruno Perissinotto, già sindaco di Fossalta di Piave, sotto il cui mandato amministrativo sono nati i primi contatti con l’amministrazione di Campora e dal Tenente di Polizia locale Lorenzo Mazzonetto, originario di Fossalta di Piave. Si è trattato  di un incontro conoscitivo tra le due rappresentanze in vista del patto di amicizia. A curare nei dettagli l’incontro, è stato Mario Nicola Feola, assessore di Campora tra il 2004 e il 2009. 
“A noi Camporesi il cognome Ciardo è familiare – afferma Feola – sappiamo che Andrea era figlio del prof. Nicola Ciardo, conosciuto come il maestro Ciardo, colui che si adoperava affinché i giovani Camporesi ed anche i meno giovani imparassero a leggere e scrivere. Andrea fu segretario comunale di Campora dal 1922 al 1939, anno in cui si trasferì con la sua famiglia a Formia. Era il fratello maggiore di Orazio, noto chirurgo, dei gemelli Menotti e Manlio, letterati, Manlio giurista e filosofo, fu allievo di Benedetto Croce. Ma Andrea Ciardo fu un impavido combattente durante il 1° conflitto mondiale. Soldato di leva Classe 1897 del distretto di Campagna il 3 luglio 1916. Chiamato alle armi il 21 settembre 1916, fu assegnato su sua richiesta, alla Scuola Militare di Modena per frequentare il corso Allievi Ufficiali di Complemento, aspirante Ufficiale di Complemento, Arma di Fanteria nel Deposito Bersaglieri di Verona il 28 aprile 1917. Fu assegnato al 48° Battaglione Bersaglieri Mobilitato per prestarvi il servizio di prima nomina il 2 maggio 1917. Quindi lo stesso giorno giunse in territorio dichiarato in stato di guerra. Sottotentente in questo battaglione dal 9 giugno 1917, fu trasferito al 5° reparto d’assalto mobilitato  il 10 ottobre 1917. Ricoverato all’ospedale da campo il 17 novembre 1917, per una ferita da scheggia di granata, durante il combattimento fra Quero e Alano di Piave nel Bellunese. Fu Comandante di Plotone del 5° reparto d’assalto degli Arditi. E’ stato decorato della Medaglia di Bronzo al Valor Militare perché “durante vari fatti d’arme, dimostrò calma, arditezza e perizia, dando costante esempio di coraggio ai suoi dipendenti, finché rimaneva ferito”.
Dopo un periodo di convalescenza rientrò nel 5° reparto d’assalto Arditi e giunse in territorio dichiarato in Stato di Guerra il 26 febbraio 1918. Fu trasferito al 26° Reggimento Fanteria Mobilitato il 9 marzo 1918 con il grado di Tenente. Durante il combattimento avvenuto a Fossalta di Piave, fu ricoverato all’ospedale da campo il 23 giugno 1918. Fu decorato della Medaglia d’Argento al Valor Militare sul campo perché “Sempre alla testa del Nucleo Reggimentale Arditi, più volte attaccava e contrattaccava forze nemiche superiori, facilitando l’avanzata delle colonne attaccanti, catturando prigionieri e mitragliatrici. Ferito gravemente incitava i suoi dipendenti a continuare l’avanzata al grido di “Viva l’Italia” dando bell’esempio di coraggio e di valore”. Feola ricorda che, finita la guerra, rientrò nel suo paese natio, nell’autunno del 1919, e scrisse l’Ode “FOSSALTA”.
Dopo l’incontro di Campora, le due amministrazioni proseguiranno istituzionalmente un percorso iniziato da oltre cinque anni, che si tradurrà in un patto di fratellanza.

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